lunedì 19 dicembre 2011

Tinto Brass




Tinto Brass, nome d'arte di Giovanni Brass, è un regista, sceneggiatore, montatore, attore e scrittore.

 La giovinezza
Nato a Milano (dettaglio insignificante - non conta) nel 1933 da una famiglia friulana con remote origini austriache, e nipote del pittore Italico Brass, è cresciuto a Venezia. Nel 1957 si laureò in Giurisprudenza a Padova. Appassionato di cinema più che di diritto, sul finire degli anni cinquanta trascorse un biennio come archivista alla "Cinémathèque" di Parigi, avvicinandosi agli ambienti della nascente Nouvelle Vague. In seguito tornerà in Italia come aiuto-regista di Alberto Cavalcanti.
Gli esordi cinematografici
Già assistente di maestri del cinema del calibro di Roberto Rossellini e Joris Ivens, esordì nella regia con il lungometraggio In capo al mondo (1963), apologo sul disagio giovanile, del quale curò anche la sceneggiatura e il montaggio. Con una sorta di "anarchismo umoristico" il film narrava i disagi di un giovane che stenta ad integrarsi nella società, ma questa insofferenza verso il potere e le sue istituzioni non venne apprezzata dai censori dell'epoca, che gli imposero di rigirare la pellicola da capo. Per tutta risposta Brass le cambiò solo il nome (Chi lavora è perduto), rendendo ancora più esplicito il messaggio politico-sociale.

Altri film
Dopo essere stato coinvolto, con alterni risultati, in alcune produzioni di carattere commerciale (nel 1964 la fiaba "fantascientifica" Il disco volante e il film collettivo La mia signora, del quale firma due episodi accanto a Luigi Comencini e al suo estimatore Mauro Bolognini; lo spaghetti-western Yankee del 1966), il regista tornò a moduli espressivi più intimi con i successivi Col cuore in gola (1967), L'urlo (1968), Nerosubianco (1969; nella cui locandina il regista, scrivendo in stampatello le lettere dalla seconda alla quinta, creava un emblematico gioco di parole), Dropout (1970) e La vacanza (1971), ultimo film brassiano in cui l'erotismo non la fa da padrone.

Verso l'erotismo
Il sesso ed il suo particolare rapporto col potere e col denaro diventa invece tema centrale di Salon Kitty (1975), film impregnato di atmosfere che ricordano quelle di Luchino Visconti e Liliana Cavani, e della ricostruzione storica Io, Caligola (1979), che ebbe una produzione ed un montaggio travagliati. La propensione per il grottesco contraddistingue Action (1980), beffarda ed autobiografica riflessione sul rapporto che lega arte e pornografia.

La Chiave ed il cinema erotico
Deciso ad abbandonare il cinema "serio" (o "serioso", come dice lui) per dedicarsi al cinema erotico, nel 1983 Brass girò La chiave (con Stefania Sandrelli, tratto dal romanzo dello scrittore giapponese Tanizaki Jun'ichirō), spostandosi poi gradatamente verso una trattazione sempre più disinvolta dei tabù dell'erotismo. Questa pellicola, che ebbe un buon successo di pubblico e di critica, fece entrare Tinto Brass nell'olimpo di tale genere cinematografico, rendendo però molto controversa la sua figura specialmente tra le femministe (che gli rimproveravano una certa considerazione della donna come oggetto) e le classi sociali più tradizionaliste. Puntualmente accompagnati da un alone di scandalo escono infatti Miranda (1985, con Serena Grandi, rivisitazione de La locandiera di Goldoni), Capriccio (1987, con Francesca Dellera), Paprika (1991, con Debora Caprioglio) e Così fan tutte (1992, con Claudia Koll). Le piccanti discussioni e le roventi polemiche che i suoi lungometraggi suscitano contribuiranno a rendere famose le sue attrici protagoniste.

Sviluppi recenti
Più recentemente però la ripetitività di schemi e situazioni pare aver progressivamente affievolito l'interesse e la curiosità che il pubblico aveva nei confronti delle sue opere successive: L'uomo che guarda (1994, liberamente tratto da un romanzo di Alberto Moravia), forse il suo film più crudo; l'autobiografico Fermo posta Tinto Brass (1995, in cui era anche attore), Monella (1998), Tra(sgre)dire (2000) e Senso '45 (2002, con Anna Galiena), rilettura in chiave erotica, ambientata a Venezia nel 1945, del racconto di Camillo Boito Senso, dal quale Luchino Visconti aveva tratto nel 1954 l'omonimo film.
A 70 anni gira Fallo! (2003, con Sara Cosmi e Raffaella Ponzo), film a episodi d'ispirazione boccaccesca che in quanto a trama non si differenzia molto dagli altri, mentre il successivo Monamour del 2005 - con protagoniste l'attrice russa Anna Jimskaya e l'attrice bosniaca Nela Lucic - esce direttamente in DVD l'anno successivo.

Nel 2009 Tinto Brass presenta in anteprima alla Villa Pamphili di Roma la sua rivisitazione teatrale del Don Giovanni, ambientata nella Venezia nel 1930; inoltre, in occasione di una retrospettiva a lui dedicata, porta alla Mostra del Cinema di Venezia Hotel Courbet, un cortometraggio di 18 minuti in omaggio sin dal titolo al pittore Gustave Courbet che doveva far parte di una serie televisiva destinata a SKY, Il favoloso mondo di Tinto Brass: protagonista è l'attrice Caterina Varzi, che doveva già esserlo del più volte annunciato Ziva, l'isola che non c'è. Un esperimento simile c'era già stato dieci anni prima, quando Tinto Brass supervisionò 12 cortometraggi per la serie Corto-circuiti erotici, che avevano visto tra le protagoniste Silvia Rossi, Francesca Nunzi, Yulia Mayarchuk, Raffaella Ponzo, Loredana Cannata, Deborah Calì e Fiorella Ceccacci Rubino.

Il 18 aprile 2010 si diffonde la notizia che Tinto Brass è stato ricoverato presso il reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Vicenza, a causa di un'emorragia cerebrale e che dai primi esami non sembra in gravi condizioni, tanto che i medici escludono l'operazione chirurgica: il regista si sarebbe sentito male intorno all'una di notte in un albergo a Marostica, nel vicentino. Ma il figlio Bonifacio interviene per smentire queste voci, sostenendo che il padre è ricoverato al reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Vicenza 'per accertamenti' e che 'gli esami erano programmati da tempo'. A settembre 2010 viene dichiarato che il regista, ristabilitosi, tornerà al suo lavoro dietro la macchina da presa.

Altro

Tinto Brass ha anche collaborato con la rivista Penthouse, ed è stato solo attore nei film La donna è una cosa meravigliosa di Mauro Bolognini (1964), Lucignolo di Massimo Ceccherini (1999), La rabbia di Louis Nero e Il nostro Messia di Claudio Serughetti (2008), Impotenti esistenziali di Giuseppe Cirillo (2009). Nel 1964 ha inoltre diretto il suo unico documentario politico: Ça ira - Il fiume della rivolta.
Ha presentato nel settembre 2006, a Napoli, un libretto di circa 30 pagine: Elogio del culo[3], che – a detta sua, riportato in un'intervista a La Stampa del 26 novembre 2007[4] – «...si vende come il pane. Sulle aste di internet è arrivato a 15 euro dai 3 e 90 di partenza...». È detto "Tinto", dal nome pittore veneziano Tintoretto (piaceva molto alla nonna del regista).

Politica
Da sempre vicino alle posizioni del Partito Radicale di Marco Pannella, nel gennaio 2010 annuncia la sua candidatura per le elezioni regionali nelle file della Lista Bonino Pannella in Veneto e nel Lazio.

Filmografia

Regista
Chi lavora è perduto (1963)
Ça ira - Il fiume della rivolta (1964) - documentario politico
La mia signora (1964) - episodi "L'uccellino" e "L'automobile"
Il disco volante (1964)
Yankee (1966)
Col cuore in gola (1967)
Nerosubianco (1969)
L'urlo (1970)
Dropout (1970)
La vacanza (1971)
Salon Kitty (1976)
Io, Caligola (1979)
Action (1980)
La chiave (1983)
Miranda (1985)
Capriccio (1987)
Snack Bar Budapest (1988)
Paprika (1991)
Così fan tutte (1992)
L'uomo che guarda (1994)
Fermo posta Tinto Brass (1995)
Monella (1998)
Tra(sgre)dire (2000)
Senso '45 (2002)
Fallo! (2003)
Monamour (2005)
Hotel Courbet (2009) cortometraggio presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2009

Attore

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Parenthèse (2009) (cortometraggio, regia di Shilly Marshall)
Impotenti esistenziali (2009)
Il nostro messia (2008)
La rabbia (2008)
Monamour (2005) (non accreditato)
Fallo! (2003) (episodio "Dimme porca che me piaze" a Londra)
Senso '45 (2002) (non accreditato)
Tra(sgre)dire (2000) (non accreditato)
Stringimi forte i polsi (1999)
Lucignolo (1999)
La coccinella (1999)
Sogno (1999)
Ultimo metro (1999)
Monella (1998) (non accreditato)
Fermo posta Tinto Brass (1995)
L'uomo che guarda (1994) (non accreditato)
Così fan tutte (1992) (non accreditato)
Paprika (1991) (non accreditato)
Capriccio (1987) (non accreditato)
La felicità (1981) Miniserie TV
Nerosubianco (1969) (non accreditato)
La donna è una cosa meravigliosa (1964)

Note
Corriere.it
Repubblica.it 30 settembre 2010
Editore: Pironti; 32 pagg.; ISBN 88-7937-374-9; ISBN 978-88-7937-374-6.
Tinto Brass: "Le natiche non sanno mentire" - LASTAMPA.it
Tinto Brass candidato con i Radicali (LaStampa.it)

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